Era una fredda sera di gennaio, e il vento sferzava le case di un piccolo borgo di montagna. Le luci delle finestre tremolavano come piccole stelle, mentre il camino di ogni casa sprigionava calore e il profumo di legna bruciata. In una di queste abitazioni, una bambina di nome Lucia stava osservando il cielo, appoggiata al davanzale della finestra. Aveva otto anni e un cuore pieno di curiosità.
La sua famiglia, come ogni anno, aveva preparato la calza per la Befana: una calza rossa, ricamata a mano dalla nonna, appesa accanto al caminetto. Tuttavia, Lucia non riusciva a dormire quella notte. C’era qualcosa di diverso nell’aria, un senso di attesa che le stringeva il petto. Il vento portava con sé un suono lontano, un fruscio che sembrava provenire dal bosco dietro la casa.
Lucia si avvolse in una coperta e, senza fare rumore, aprì la porta di casa. Il freddo la colpì subito, ma non le importava. Doveva scoprire cosa stava succedendo. La neve sotto i suoi piedi scricchiolava piano mentre si dirigeva verso il limite del bosco.
- Il bosco incantato
Non appena entrò tra gli alberi, Lucia si accorse che il vento si era placato. Tutto era avvolto in un silenzio irreale, rotto solo dal suono dei suoi passi. La luna illuminava il sentiero, riflettendosi sui cristalli di neve come su un mare di diamanti.
A un tratto, vide una luce fioca in lontananza. Sembrava una lanterna, ma era troppo piccola per essere portata da un uomo. Lucia si avvicinò con cautela e scoprì che non era una lanterna, ma una piccola fiammella sospesa a mezz’aria, che fluttuava come una lucciola.
“Chi sei?” sussurrò Lucia, ma la fiammella non rispose. Invece, si mosse lentamente, come se volesse guidarla. La bambina, spinta dalla curiosità, la seguì.
La fiammella la condusse fino a una radura nascosta, dove il paesaggio era diverso da tutto ciò che Lucia avesse mai visto. Gli alberi erano carichi di frutti dorati e i rami sembravano intessuti di fili d’argento. Al centro della radura c’era un grande albero illuminato da migliaia di luci, e sotto di esso una figura avvolta in un mantello scuro.
- L’incontro con la Befana
Lucia si avvicinò, e la figura si voltò verso di lei. Era una donna anziana, con un viso segnato dal tempo ma occhi vivi e gentili. Non era come la immaginava: non era spaventosa né rugosa come nelle storie, ma sembrava piuttosto una nonna dall’aspetto misterioso.
“Sapevo che saresti venuta, Lucia,” disse la donna con voce calda.
“Chi sei?” chiese la bambina, anche se nel profondo sapeva già la risposta.
“Sono colei che porti nella tua calza ogni anno. Sono la Befana.”
Lucia rimase senza parole. “Ma perché sei qui? Non dovresti essere in giro per il mondo a portare i doni?”
La Befana sorrise. “Stasera ho bisogno del tuo aiuto, Lucia. Il mio sacco di doni è stato rubato, e senza di esso non potrò portare la gioia ai bambini. Sei l’unica che può aiutarmi.”
La bambina si sentì improvvisamente importante, ma anche preoccupata. “Io? Cosa posso fare?”
“La fiammella che ti ha condotto qui ti guiderà ancora. Il sacco è stato portato nella grotta del monte innevato. È un luogo oscuro e freddo, ma so che sei coraggiosa.”
- La missione
Lucia annuì. Anche se aveva paura, il pensiero che tanti bambini potessero svegliarsi senza un dono le diede forza. La fiammella tornò a fluttuare davanti a lei, indicando la direzione.
Il viaggio verso la grotta fu lungo e faticoso. Lucia dovette attraversare pendii innevati, affrontare il gelo pungente e superare ostacoli naturali. La fiammella sembrava conoscerli tutti e trovava sempre il modo di farle superare ogni difficoltà.
Quando finalmente raggiunse l’ingresso della grotta, sentì un brivido di paura. Dentro, l’aria era gelida e l’oscurità quasi totale. Ma Lucia non si arrese. Entrò, seguendo la luce della fiammella, finché non vide il sacco della Befana in fondo alla caverna. Era sorvegliato da un’ombra oscura, che sembrava muoversi come un fumo inquieto.
- Il coraggio di Lucia
“Chi sei?” gridò Lucia, affrontando l’ombra.
La figura si voltò verso di lei, rivelando un volto spettrale. “Sono lo spirito del dubbio,” rispose con una voce profonda. “Vivo del timore e dell’incertezza. Se vuoi il sacco, devi dimostrarmi di essere senza paura.”
Lucia sapeva che non poteva combatterlo con la forza, ma con il cuore. “Io ho paura,” disse, con una voce ferma. “Ma non lascerò che questo mi fermi. Tanti bambini contano su di me.”
Lo spirito del dubbio si fermò, sorpreso dalla sua risposta. “Il coraggio non è assenza di paura, ma la forza di affrontarla,” disse, svanendo nel nulla.
- Il ritorno
Lucia prese il sacco e, guidata dalla fiammella, tornò alla radura. La Befana la stava aspettando e il suo viso si illuminò quando vide il sacco.
“Hai fatto un gesto straordinario, Lucia,” disse, prendendo il sacco. “La tua generosità e il tuo coraggio hanno salvato l’Epifania. Per questo ti farò un dono speciale.”
Con un gesto della mano, la Befana fece apparire un piccolo medaglione d’oro con incisa una stella. “Questo medaglione ti ricorderà sempre che, anche nelle notti più oscure, hai la forza per portare luce.”
Lucia tornò a casa mentre l’alba iniziava a colorare il cielo. Si infilò sotto le coperte con il cuore pieno di gioia, e quando si svegliò la mattina, trovò la sua calza piena di dolci e un biglietto:
“Grazie, Lucia. La tua luce brilla più di qualsiasi stella. Buona Epifania.”
Da quel giorno, Lucia non smise mai di credere nella magia delle notti invernali e nel potere della gentilezza.

