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La strana serata.

“Una sera mi trovavo per le vie della mia città.

Un centro tranquillo, di 15.000 anime dove ben poco succedeva per arrivare agli onori della cronaca.

Ricordo che, con degli amici, giravo per la zona pedonale.

Ad un tratto vidi, poco distante da me, una ragazza seduta su un marciapiede con le mani in volto.

Subito non capii il suo comportamento. Gli occhi bassi e lucidi e lo sguardo perso nel vuoto. E quelle mani, mani piccole, minute, delicate. Ricordo che mi avvicinai a lei e che mi guardò terrorizzata. Mi urlò “NON TI AVVICINARE!!!” con un tono quasi sconvolto dalla paura che le facessi del male.

Feci un passo indietro, non volevo spaventarla, ma solo aiutarla e capire come mai tenesse quel comportamento.

Pochi secondi dopo vidi il suo viso distrutto dalle lacrime. Stava piangendo a dirotto, col volto di chi ha passato una guerra e non un sabato sera in una cittadina tranquilla come la mia. Il trucco ormai era completamente colato, gli occhi gonfi di pianto, tanto da non riuscire neanche a stare aperti. E quella voce, la voce rotta di chi non sa più che dire, né che fare.

Notai in lei un terrore folle e cominciai a parlarle. Lei, diffidente e spaventata, non conoscendomi si terrorizzò e si chiuse per un po’ a riccio. I miei amici non si accorsero di nulla, andarono avanti per i fatti loro senza notare neanche che mi ero fermato.

Non mi importò molto di loro, in quell’occasione.

Mi importava maggiormente l’aiuto che avrei voluto e potuto dare ad una ragazza distrutta dal dolore e dalla tensione.

In pochi minuti, dopo lo shock iniziale, lei iniziò ad aprirsi. Non le chiesi subito il perché si tenesse il volto o per quale motivo stesse piangendo. Le chiesi il nome e le dissi il mio. Fu lei poi a dirmi di scusarla se mi stava facendo stare lì a pensare a lei invece che stare con gli amici in un bel sabato sera estivo.

Le dissi chiaramente una frase: “Ragazza cara. Non mi frega nulla, l’importante è che tu possa star meglio.”

Non so perché mi prese tanto la situazione.

Lei dopo un po’ di parole capì di potersi fidare di me. Parliamoci chiaro, se avessi voluto farle del male, avrei avuto già l’occasione all’inizio, quando si disperava.

Fu così che lei, in un momento di sfogo, mi disse che il suo “ragazzo” l’aveva mollata, non prima di averla picchiata e derisa davanti ai suoi amici.

“Begli amici!!!!” dissi io arrabbiatissimo. Come si può definire amico chi non ferma un atto schifoso come la violenza????

La feci parlare, lei pianse, si appoggiò a me, che intanto mi ero seduto accanto a lei. E parlò. Parlò per più di due ore delle continue angherie e violenze che quell’uomo, se così si può chiamare, le perpetrava ormai da più di 5 anni.

Alla fine la convinsi a fare l’azione più dura della sua vita. Rivolgersi alle forze dell’ordine e denunciare il suo aguzzino. Non potevo sopportare che un essere spregevole come quello potesse ridurre in lacrime e distruggere moralmente una persona rimanendo impunito. L’accompagnai io alla Stazione dei Carabinieri.

Lei raccontò tutto all’agente di turno che la convinse. La convinse a mettere tutto nero su bianco e firmare la denuncia.

Capite? Avevo appena aiutato una donna a denunciare il suo aguzzino, il violento di turno che non ha specie e non ha cuore.

Pochi giorni dopo seppi che il violento in questione fu arrestato dai militari e rinchiuso in cella, in attesa di sentenza.

Fu lei a dirmelo, con gli occhi questa volta piena di gioia e di felicità per essersi, finalmente, liberata di quel balordo.

Ed è questo che spero facciano tutti. Spero un giorno di poter dire “Finalmente le donne stanno denunciando le violenze!”

Non dimenticherò mai i suoi occhi, anche se….. spero di non vedere mai più occhi così feriti e tristi come i suoi.”

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L’infame.

“28 agosto 1999.

I grilli cantavano festanti ed il vociare dei bambini che giocavano in piazza allietava la calda sera di fine estate.

Una bellissima serata, ma ad un tratto l’urlo assordante delle sirene, accompagnato dal bagliore delle luci stroboscopiche blu, squarcia la tranquillità dell’intero paese.

Gli agenti, intervenuti a sirene spiegate, circondano la palazzina proprio di fronte a me. Dopo pochi minuti, il silenzio. Le sirene si spengono così come le luci lampeggianti. Non è dato sapere cosa stia succedendo nel palazzo di fronte.

Ad un tratto qualcosa si muove. Escono due uomini in giacca e cravatta, di un’eleganza smodata, seri e compassati. Scruto, nei loro occhi, una piccola soddisfazione. Appena qualche secondo ed escono altri uomini con la pettorina classica della Polizia ed un uomo che, data l’ora e probabilmente la stanchezza lavorativa, pareva vestito solo in pigiama, con lo sguardo assonnato di chi, forse, si era appisolato guardando la televisione.

Mi colpì molto il suo sguardo. Pareva assonnato, ma ancora di più pareva incredulo e triste. Quasi sembrava in shock per quello che, poi, si capì essere l’arresto.

L’accusa, seppi giorni dopo, fu delle più infamanti: omicidio, come direbbero gli americani, di primo grado. Si tratta della fattispecie più grave, l’assassinio volontario di una persona.

Rimasi stranito alla notizia.

Conoscevo di vista quell’uomo e tutto avrei pensato, meno che fosse un omicida. Ricordo un giorno in cui ci parlai e rimasi colpito dalla sua personalità, gentile e garbata. Era sì un uomo deciso, ma talmente deciso da compiere un omicidio proprio no. Non ci potevo credere.
Fu arrestato sulla base di un testimone che, a suo dire, lo aveva visto mentre spingeva con forza una persona sotto il treno che passava in corsa alla stazione.

Passarono parecchi anni. Sentii che quell’uomo fu condannato in primo grado a 30 anni di carcere per omicidio volontario aggravato dai futili motivi.
Un’accusa a cui non credevo.

Fu per questo che, anche se non avevo rapporti personali con quell’uomo, mi misi ad indagare.

Non sono né un detective né un agente di polizia, ma un semplice ragazzo con sete di giustizia.

Cominciai a carpire quante più informazioni possibili sull’assassino e la sua vittima. Sulle loro famiglie.

Parlai a lungo persino col testimone presunto del fatto.

Ci misi anni ma arrivai alla verità. L’uomo arrestato era stato incastrato.

Come lo scoprii?

Semplice, feci parlare il teste dell’omicidio che, onestamente, non conoscevo.

Ho un animo abbastanza provocatore e fu grazie a questo che riuscii a farlo parlare nel pieno della sincerità e franchezza.

Mi raccontò che colui che aveva indicato come assassino, in realtà, era un suo ex socio d’affari con cui aveva diviso la proprietà di una piccola azienda.
Purtroppo per l’accusato, un bel giorno trovò il caro socio con le “mani nella marmellata”. Stava distraendo dei ricavi della piccola azienda di cui erano proprietari per avere più soldi da giocare.

Era un ludopatico. Giocava più volte al giorno, senza mai smettere per diverse ore.

Il mio dirimpettaio era il socio di maggioranza, colui che deteneva la titolarità delle azioni da intraprendere e colui che assumeva le decisioni fondamentali per la vita economica e gestionale dell’azienda.

Quando trovò il socio con le mani nel sacco si arrabbiò molto, tanto da voler rilevare le sue quote e liquidarlo in malo modo.

Ricordo che il socio fedifrago mi disse: “Non lo sopportavo. Mi disse . Non potevo permettermi una denuncia, così appresi del ritrovamento del cadavere di una giovane qui vicino e mi inventai tutto. Dissi alla polizia che ero testimone di un omicidio, l’omicidio della ragazza, e da qui partì tutto”.

“Mi volevo vendicare per quello che era successo” – continuò – “ed il solo modo era quello di infamarlo.”

“Bello stronzo” dissi io.

“Cosa potevo fare?” mi rispose “Ho moglie e due figli ed una denuncia mi avrebbe tolto dalla loro vita per sempre. Mia moglie è molto rigida ed io non potevo nascondere la mia malattia.”

“Malattia?” chiesi sorpreso.

“Sì, malattia. Gioco e sono consapevole di rovinarmi, ma non so smettere”.

“E così infami un uomo e macchi di un’onta terribile una persona per la tua stupida, ignorante malattia??” dissi seccatissimo.

Non so cosa mi tenne dal rifilargli un pugno in faccia.
Sta di fatto che pochi giorni dopo rividi quel disgraziato e gli dissi “Sai, ho pensato bene alla chiacchierata dell’altro giorno e sono dell’idea che devi andare dagli agenti a dire la verità.”

Lui subito rise, ma poi ci pensò bene e disse “Senti, dammi una mano. Non voglio andare da solo.”

“Ok” gli dissi. E lo accompagnai al Commissariato più vicino.

Qualche settimana dopo la svolta. Vidi nuovamente le pattuglie della prima sera. Questa volta niente urla delle sirene, né bagliori blu. Solo tanta gentilezza ed un uomo sollevato e sorridente. La giustizia era fatta e lui tornò libero. Libero dall’accusa infamante, libero di tornare alla sua famiglia ed al suo unico amore, la sua donna.

Negli stessi minuti, il secondo uomo, quello vendicativo e bastardo, venne prelevato. Questa volta era lui nei guai.

Si scoprì pochi mesi dopo, dalle indagini sull’omicidio, che l’assassino era proprio quel testimone, tanto falso quanto cattivo, che tempo prima aveva accusato un innocente.

Fu condannato all’ergastolo e dovette risarcire il malcapitato di turno che, in modo molto pacato e quasi piangendo, mi ringraziò.

Non rividi più nessuno dei due, né fui contattato dagli agenti, ma una cosa era certa. Avevo aiutato un innocente ad essere un uomo libero e la giustizia ad essere veramente giusta.”

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Incontri

“Era una calda sera estiva.
Io ed una mia amica eravamo a passeggiare in un piccolo parco, un luogo a noi caro perché era il luogo dove ci siamo conosciuti. 

La Luna, la magica Luna faceva capolino sopra le nostre teste e, con la sua luce, quasi ci accarezzava. 

Ad un tratto, un bagliore accecante ci sorprese. Fummo quasi scioccati da tanta luminosità e cademmo a terra. Non so se fu il lampo luminoso a farci svenire o solo lo spavento. 

Ricordo solo che, quando ci risvegliammo, eravamo stesi su una specie di letto ipertecnologico, una struttura metallica – per altro molto comoda – con cui ci potevamo muovere liberamente ovunque, pur restando stesi. 

Provammo a capire dove ci trovavamo. Era un posto strano e nuovo per noi e ci guardammo a lungo in faccia per l’incredulità. 

Ad un certo punto, un personaggio dalle sembianze particolari ci apparve davanti, ci scrutò quasi stranito dalla lieve somiglianza con lui e cominciò a parlare. Ci chiese come stavamo e ricordo che ci chiamò per nome. 

Rimanemmo agghiacciati. “Come fai a sapere i nostri nomi?” chiesi io. Lui mi rispose che sapeva molte cose di noi, mi disse che erano anni che ci osservava per capire. 

Poi, devo dire molto gentilmente, si presentò. Disse di chiamarsi Martium e di venire da uno dei Pianeti più remoti dell’universo. 

La mia amica si spaventò molto. Si mise ad urlare di lasciarci andare e che, se fosse stato uno scherzo, sarebbe stato di cattivissimo gusto ma…. Uno scherzo non lo era affatto. 

Ci fece vedere – e qui io sorrisi – un documento, scritto in una lingua strana ma comprensibile, molto simile al latino, e su questo documento c’era scritto “Comandant Martium” ed altre scritte che ora non ricordo. 

Ci spiegò, rassicurando lei, che non aveva alcuna intenzione di farci del male. Anzi! Voleva solamente studiarci un po’ e capire i nostri usi e farci capire – con un non so che di manie di grandezza – come rendere il nostro pianeta più civile e funzionale…. 

Continuammo a non comprendere… 

Ad un tratto ci guarda e dice “Amici, seguitemi. Vi mostro un po’ della nostra gente e delle nostre usanze, vi va?” 

Noi timidamente annuimmo e lui ci portò in una vera e propria suite, con tanto di arredi di pregio. Rimasi colpito da tutto quel lusso in un posto così spartano. Lui ci fece vedere un monitor in cui si vedeva la nostra gente e le scelte che faceva. Si notava, però, sulla destra una specie di schermo a realtà virtuale, in cui veniva ritratta la stessa persona, ma in un altro comportamento, a loro dire più corretto. 

Ad un certo punto il monitor si soffermò su un dettaglio che mi fece gelare il sangue. Ero io che venivo ritratto mentre, in una litigata, diedi una manata ad un amico, facendolo cadere a terra. 

Mi girai a destra, dallo schermo in cui doveva esserci il giusto comportamento, ma notai che era spento. Gli chiesi: “Scusi Comandante, ma perché lo schermo “dei comportamenti giusti” è spento? 

Anche la mia amica, scioccata dalla scena a cui aveva assistito poco prima, chiese il perché. E fu lì la grande sorpresa. Lui, il nostro ormai amico extraterrestre, ci guardò e si mise a ridere. “Vedete” ci disse “noi sul nostro pianeta abbiamo una grande tecnologia, ma essa ci aiuta, ed abbiamo anche sistemi che controllano che ciò che facciamo non sia dannoso per il nostro sistema. Ma….” Si fermò. 

“Ma??” Chiese la mia amica. 

“Ma….Non abbiamo la cosa più importante: l’autodeterminazione. In realtà anche i nostri comportamenti sono controllati dalla tecnologia. Non abbiamo emozioni, non abbiamo sensazioni, noi viviamo in funzione di un computer che ci dice cosa fare.” 

“Ma è sconvolgente” Dissi io. 

“Sì” mi rispose “E’ sconvolgente, ed è quello che sta succedendo a voi. Ormai tutti sui social, su Facebook, Twitter, tutti connessi e tutti con “il pensiero di massa” ma nessuno che ha un’idea sua”. 

La mia amica ed io rimanemmo attoniti. Poi, quasi di scatto, gli dissi “Vedi, hai ragione! Stiamo annullandoci e ci stiamo facendo uccidere la mente dalla tecnologia”. 

Lui rise, ma non di cattiveria, ma quasi ad annuire nei miei confronti. Mi disse “Amico, hai capito ora in che mondo vi state evolvendo? Hai capito cosa sta per succedere? Voi umani state quasi arrivando al nostro sistema. Un mondo apatico, senza emozioni. Un mondo in cui non si ragiona se non “perché l’ha detto la tv”.” 

Stemmo lì a parlare tanto tempo, in una conversazione quasi surreale ma molto costruttiva. Alla fine ci abbraccio e ci disse “Ora che il mio scopo è raggiunto, tornate tra la vostra gente. E’ ora.” 

Quasi ci rimanemmo male, ma da un lato ci sentimmo sollevati ed accettammo la sua offerta di lasciarci andare, con una promessa: insegnare nuovamente al mondo a pensare a suo modo, ognuno con le sue emozioni e le sue usanze. Ognuno in modo differente. 

Ci ritrovammo, di colpo, nello stesso punto in cui eravamo stati inizialmente e tornammo alla vita di sempre, ma più consapevoli di noi stessi e, forse, un po’ più ricchi. 

Un solo fatto avvenne dopo quello strano, stupendo, incontro: io e la mia amica buttammo via i cellulari, tornando alle vecchie maniere e fu grazie a quello che ora, finalmente, posso dire di amare una persona. Alla follia. E posso dire di amarla davvero, senza tecnologia. Solo e unicamente nella realtà.” 

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Amore Malato.

“Ciao,
mi chiamo Malia (il nome è di fantasia). Ho 25 anni e da quando ne avevo 16 esco con un ragazzo. Lui è il mio amore, si chiama Robert.

Ci amiamo alla follia e lui mi fa sentire bene, mi adora, mi fa sembrare una Regina.

Sì, una Regina.

Qualche settimana fa, mi son sentita tremendamente in colpa perché ho sbagliato e l’ho fatto arrabbiare tanto. Non è la prima volta che il mio amore si arrabbia con me. Non è la prima volta neanche che commetto un errore.

E lui, anche questa volta, come ogni volta, mi ha punita per lo sbaglio. Me lo sono meritato. Mi ha dato uno schiaffo in pieno volto. Dopo quella sberla il mio viso era rosso fuoco, io piangevo ma non so perché. E’ stata colpa mia se si è arrabbiato e se non sono stata in grado di farmi perdonare. E’ colpa mia se l’ho messo in condizione di darmi quel ceffone.

Io sbaglio molto, lo so bene. E lui, per il mio bene, cerca – come dice lui – di correggermi. Lo fa sempre, perché sbaglio sempre.

Lui lo fa perché mi ama ed il segno del suo amore, a volte, è anche sentir male.
Mi ama talmente tanto che, pensate, non vuole che io neanche vada a farmi un giro con un’amica. Mi protegge in questo modo. Vuole fortemente che io sia tutta per lui e nessun altro. Neanche per un attimo posso essere di qualcun altro.

Ora però non ci sono più. E questa storia ve la sto raccontando dal cielo, da quel posto infinito che lui, nel suo profondo amore, mi voleva far toccare. Ed ora, quel cielo l’ho toccato, lo abbraccio e lo abbraccerò per sempre, perché lui, quel mio grande amore, in un attimo di nervoso mi ha uccisa.

Mi ha colpita forte, per correggermi, ma forse il forte era troppo forte per me. Ho picchiato il capo e sono deceduta.

Ora, amici ed amiche che vedete la mia storia, non ci sono più.
Non sono più di nessuno. E lascio i miei figli, i nostri figli, che non avranno più la loro madre, in segno di un amore che forse amore non era.”

31 dicembre 2022: le notizie di fine anno.

Settimana piena di avvenimenti quella che conclude questo 2022.

Dall’Argentina che vince i Mondiali di calcio, battendo in finale un’indomita Francia, fino alla cronaca nera, con la morte di due personaggi che, a loro modo, hanno segnato la storia.

Due giorni fa, il 29 dicembre, ci ha lasciati il più grande calciatore della storia, Edson Arantes do Nascimento, ma per tutti Pelé. Nato nel 1940, vinse 3 mondiali col suo Brasile e firmò il record di gol segnati nella storia del calcio, ancora imbattuto.

Fu un Dio del calcio giocato, ma nonostante questo non vinse mai il pallone d’oro.

Una curiosità: con lui e Garrincha in campo, il Brasile non perse mai una partita.

Si è, invece, spento oggi Joseph Ratzinger, il Papa emerito più rivoluzionario della storia della chiesa.

Eletto Pontefice nel 2005, decise 8 anni dopo di ritirarsi a vita “privata” dimettendosi da Papa ed aprendo, di fatto, la strada a Papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, eletto nel 2013.

Fu un gesto scioccante per il mondo intero, che suscitò grande scalpore e qualche malumore.

Il Papa emerito decise così di ritirarsi, anche per la malattia che lo faceva soffrire e stancare molto.

Proprio al termine di questa malattia, questa mattina, è tornato al Padre all’età di 95 anni.

Arriva Gatto Natale!

Ciao,

mi chiamo Martin e sono un bellissimo (così dicono) gatto rosso dal pelo lunghissimo.

Essendo il mio primo Natale, per me è tutta una nuova scoperta.

Da qualche sera i miei genitori umani hanno deciso di fare l’albero e sono rimasto esterrefatto. In pochi minuti ho visto colori bellissimi, luci meravigliose e tanti oggettini appesi. Gli umani credo li chiamino “Palline”.

Sono assolutamente le mie preferite. Ogni volta che passo le vedo lì che penzolano ed il mio istinto felino mi dice che sarebbero un gioco perfetto per me.

La “mamma” si è raccomandata dal primo giorno: “Martin, fai il bravo e non toccare le palline sull’albero, ok?” ed io in cuor mio l’ho guardata, sbattendo le palpebre, come a dirle “Si mamma, stai tranquilla.”.

Due giorni fa, però, sono stato un po’ monello e quasi provocavo un infarto a mamma e papà. Nel pieno della notte un botto tremendo, la (mia) fuga ed un albero abbattuto. Potrete immaginare cosa sia successo.

“Martin!!” urla mamma “Non ti avevo detto di fare il bravo??” ed io terrorizzato mi son nascosto.

La sgridata però è durata pochi secondi. Giusto il tempo di arruffianarsi contro le gambe della mia mamy e tutto era a posto. Però una frase mi ha inquietato: “Se non fai il bravo, Gatto Natale non ti porta i regali”.

Sono stati i due giorni più lunghi della mia vita, preso dal rimorso per aver “ucciso” l’albero di Natale e dalla convinzione che il mio primo Natale sarebbe stato anche il peggiore della mia vita.

Questa mattina, però, ho sentito alzare mamma e papà (dormo sul lettone con loro) ed allora, come ogni mattina, ho deciso di alzarmi anche io e seguirli. D’altronde si sa. Un gatto, appena sveglio, deve far colazione.

Arrivando in sala noto tanti pacchetti sotto l’albero. “Ehi! Ma questi non c’erano ieri! Cosa sono??”

I miei genitori umani e la mia sorellina cominciano a scartare quei pacchetti ed escono tutte cose bellissime. La mia sorellina, Vanessa, urla di gioia aprendone uno.

Ad un certo punto, proprio Vanessa prende un pacco che, in confronto a me, era enorme e mi dice “Martin, guarda! E’ arrivato anche per te Gatto Natale!!”

I miei occhi luccicavano a tal punto che sentii il cuore battere forte. La frase di mamma dell’altra sera mi aveva spaventato a tal punto che pensavo non ci fosse spazio per me tra i regali..

Mi sbagliavo. La mamma apre il pacchetto ed ecco che comincia a tirare fuori cose che un gatto sogna ogni giorno della sua vita: scatolette prelibate, crocchette buonissime e tanti, tantissimi giochini.

Non potete immaginare la mia gioia nel vedere queste cose.

La stessa gioia che prova un bambino umano quando apre i regali il giorno di Natale.

Perchè vedete, anche se noi quattro zampe non parliamo non è vero che non proviamo sentimenti. Li proviamo eccome, ma non possiamo dirlo a voi umani. Abbiamo sentimenti silenziosi e solo chi ama veramente può capirli, proprio come quando si ha un bimbo piccolo. Senza alcuna differenza.

Buon Natale a tutti!

Qatar 2022: domenica 18 l’atto finale.

Sarà Argentina-Francia la sfida finale di Qatar 2022.

Nelle 2 semifinali, giocate ieri ed oggi, gli uomini di Capitan Messi superano agevolmente la Croazia per 3-0 grazie proprio al numero 10 (su rigore) ed alla doppietta di un grandissimo Alvarez.

Questa sera si è giocata la seconda partita in cui a fronteggiarsi sono state Francia e il sorprendente Marocco, capace finora di un cammino incredibile.

La partita inizia malissimo per la Nazionale di mister Regragui, che va sotto dopo quasi 5 minuti per un gol di Theo Hernandez. Per il giocatore rossonero si tratta della prima rete segnata in un mondiale, oltre che del suo primo mondiale della carriera.

Dopo il palo colpito da Giroud, ecco la reazione nordafricana con El Yamiq che, al termine del primo tempo, scheggia il palo con una rovesciata spettacolare. Sarebbe probabilmente stato il gol più bello del Mondiale stesso.

Nel secondo tempo, il Marocco cerca disperatamente il pareggio, ma la difesa francese regge.

Nel finale il raddoppio “bleus” con Kolo Muani che al 70′ insacca alle spalle di un opaco Bounou.

Domenica 18 dicembre si terrà così una sfida stellare, tra i “numeri 10” più forti del pianeta.

Chi la spunterà?

Qatar 2022: miracolo Marocco!!

Si chiude con un vero e proprio miracolo sportivo l’ottavo di finale tra Marocco e Spagna.

Grande partenza degli iberici, con il Marocco chiuso in difesa, ma capace di ripartenze importanti. Le migliori occasioni sono per i nordafricani con Mazraoui e Aguerd. Spagna pericolosa con Asensio.

Nella ripresa la Spagna cresce, ma la difesa marocchina tiene.

Si arriva ai supplementari. Dopo una fase di studio ecco le occasioni: Cheddira (Marocco) tira addosso al portiere, Sarabia scheggia il palo al 123’.

Ai rigori si consuma il dramma iberico: primo tiro sul palo di Sarabia, dopo la rete di Sabiri, poi Soler si fa ipnotizzare da Bounou che, poco dopo, si ripete su Busquets. Vince il Marocco 3-0, staccando il pass per i quarti di finale per la prima volta nella sua storia.

Prossima sfida sarà contro la vincente di Portogallo-Svizzera in programma alle ore 20 odierne.

Qatar 2022: si spezza il sogno Giappone.

Si infrange contro i vicecampioni del mondo della Croazia il sogno dei quarti del Giappone ai mondiali di calcio in Qatar.

Gli uomini di mister Moriyasu tentano il tutto per tutto contro la formazione croata e per larghi tratti comandano il gioco, terminando il primo tempo in vantaggio 1-0.

Nel secondo tempo, però, i croati salgono in cattedra e trovano il pareggio con Perisic.

Si susseguono occasioni da una parte e dall’altra, con i giapponesi più pericolosi in alcuni momenti.

I tempi regolamentari si chiudono 1-1 e si va, per la prima volta in questi mondiali, ai supplementari. Qui le due squadre sembrano più interessate a non subire gol che a farlo, per cui le occasioni sono davvero poche.

Ai rigori, però, si materializza l’eroe che non ti aspetti: Livakovic trova si trasforma in supereroe, quasi un mentalista che riesce a leggere le intenzioni dei giocatori avversari e riesce a parare 3 rigori su 4 ai nipponici. Finisce 3-1 per la Croazia nei tiri dal dischetto e la Croazia stacca il pass per i quarti.

Nell’altra partita di giornata, Brasile schiacciasassi contro la Corea del Sud. I verdeoro vincono 4-1 con Neymar che segna al suo ritorno in campo e Richarlison che ci prende gusto e segna di nuovo, anche stavolta con un gol tutt’altro che banale.

Oggi, 6 dicembre, si giocano Spagna-Marocco (partita molto dura sul fronte sicurezza pubblica) e Portogallo-Svizzera.

Sanremo, Jalisse: un duo da “record”.

Era il 1997 quando la loro “Fiumi di parole” vinse il Festival di Sanremo.

Da quel momento, i Jalisse sono letteralmente spariti dalla scena musicale italiana.

Fabio Ricci ed Alessandra Drusian hanno tentato il ritorno in grande stile più e più volte, ma hanno sempre fallito.

“Esclusi per il 26º anno consecutivo” dichiarano, dopo l’ennesima volta fuori dal Festival.

Ma loro non demordono e dichiarano “26 no, ma non ci fermiamo!”

Non resta che attendere.

Qatar 2022: quante sorprese!!

Giornate sorprendenti quelle che si stanno vivendo in Qatar in questi giorni.

Partiamo da giovedì 1 dicembre:

Nel gruppo F si giocano Croazia-Belgio e Canada-Marocco.

I Diavoli Rossi devono vincere per qualificarsi agli ottavi. Passano i minuti, ma le due squadre, che pur si affrontano a viso aperto, non sfondano.

Nella ripresa Lukaku si rende protagonista di occasioni incredibili, ma le sbaglia tutte e la partita finisce 0-0.

Contemporaneamente, ed a sorpresa, il Marocco stende il Canada e passa agli ottavi come prima nel girone. I due risultati combinati sono la premessa di una notizia incredibile: il Belgio finisce la sua esperienza mondiale ai gironi!!

Gruppo E:

Qui succede di tutto.

Ad inizio partita le qualificate sono Spagna e Giappone, esattamente in quest’ordine. Poi nel primo tempo segnano Spagna e Germania che, a questo punto, sembrano essere agli ottavi. Nella ripresa si ribalta tutto. Il Giappone ne segna 2 in pochi minuti, il Costarica cappotta la Germania. Spagna eliminata!

Anzi no

La Germania rimonta 4-2. Passata agli ottavi? No! Passa il Giappone come primo e la Spagna come seconda per la differenza reti con la Germania.

Oggi, 2 dicembre la vera sorpresa è la Corea del Sud che si qualifica a scapito dell’Uruguay, battendo il Portogallo.

Caos Juventus: pronto rinvio a giudizio per Andrea Agnelli.

Sarebbe pronta la richiesta di rinvio a giudizio per l’ormai ex Presidente della Juventus F.C. Andrea Agnelli.

Secondo la procura di Torino, lui ed altri dirigenti sarebbero stati colpevoli di falso in bilancio e sarebbero gli stessi che hanno già ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini.

Per quanto riguarda la giustizia sportiva, invece, il presidente Gravina esorta a mantenere la calma, senza aprire processi mediatici. “No a linciaggi di piazza. Stiamo calmi” le sue parole sul caso.

Qatar 2022: Brasile agli ottavi.

Con una partita giocata magistralmente, il Brasile (orfano di Neymar) si aggiudica il match contro la Svizzera.

Partita bloccata nei primi 45 minuti, con i brasiliani che passano con Vinicius (gol annullato).

Nella ripresa i verdeoro spingono ed all’83’ trovano il gol con un grande esterno di Casemiro.

La formazione sudamericana accede così agli ottavi, insieme alla Francia già qualificata.

Nell’altra partita del girone G, spettacolare 3-3 tra Camerun e Serbia, con le due squadre che proveranno a guadagnarsi la qualificazione nell’ultima partita del girone.

Terremoto Juve: si dimette intero CdA.

Clamoroso in casa Juventus!

Al termine di una riunione straordinaria si è dimesso l’intero consiglio di amministrazione, compreso Andrea Agnelli che, cosi, non è più Presidente del club.

La decisione, pare, arriva in vista dell’assemblea degli azionisti in programma il 27 dicembre.

La società è in grave deficit finanziario, con un passivo che supera i 250 milioni di euro.

Al momento non si conoscono ulteriori dettagli che, sicuramente, trapeleranno nelle prossime ore.

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