Data importante oggi, 12 ottobre. Un giorno importante per tutta Italia direi.
Infatti, proprio in questa data, nel 1946, il Canto degli Italiani, più conosciuto come Fratelli d’Italia, diventa a tutti gli effetti Inno nazionale della Repubblica Italiana.
Un po’ di storia.
Scritto nel 1847 da Goffredo Mameli e musicato, nello stesso anno da Michele Novaro, era un canto risorgimentale composto in 4/4 con chiave di Si Bemolle Maggiore (per gli appassionati di musica strumentale) e composto da 6 strofe. Al termine di ogni strofa si pone il ritornello.
Una curiosità: la sesta strofa, che richiama nel testo la prima, non viene quasi mai eseguita.
Il brano in totale dura circa 4 minuti.
Nell’epoca monarchica di marca Savoia, venne un po’ accantonato, in quanto era troppo poco conservatore per la casa reale, che preferì, dopo l’Unità d’Italia (1861), la Marcia Reale, vero inno di Casa Savoia.
Inoltre, questo componimento era considerato filo-repubblicano, quindi incompatibile con la casa regnante in Italia all’epoca.
E’ proprio così che si dovette aspettare fino al 12 ottobre 1946 per vedere questo canto come Inno Nazionale d’Italia.
Problemi risolti? Mica tanto!!
Qui posso snocciolare una nuova curiosità: in uno Stato Africano, nella confusione generale tra la Marcia Reale (inno monarchico italiano) e il Canto degli Italiani, si ovviò al problema con la banda che intonò la canzone ‘O Sole Mio.
Inoltre, avvenne in vari Stati che si suonò per errore la Marcia Reale, con enorme imbarazzo generale e scuse ufficiali alla Repubblica Italiana.
Ai giorni nostri l’Inno è stato rivisitato nei più svariati modi, talvolta dandogli una connotazione moderna, talvolta rovinandolo.
Resta il fatto che è uno degli inni più conosciuti ed allegri del mondo intero ed è, come dice il nome, il canto di TUTTI gli italiani.
Testo Integrale del Canto degli Italiani:
Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta,
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l’ora suonò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
Uniamoci, amiamoci,
l’Unione, e l’amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
Dall’Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.