Oggi ricorre il 26° anniversario dalla barbara uccisione del giudice Paolo Borsellino.
Era il 19 luglio 1992, ed in via D’Amelio era una tranquilla mattina, quando il magistrato, come ogni giorno, si appresta ad uscire di casa per andare a fare ciò in cui credeva: combattere la mafia.
Ma quella mattina, in via D’Amelio, una mano assassina aveva progettato la sua morte.
Fu così che, in un attimo, una normale mattina si trasformò in tragedia. Rimasero uccisi, da una bomba, lui ed alcuni agenti della scorta.
Fu uno degli attentati più vili ed ignobili attuati dalla mafia, insieme alla strage di Capaci.
Ma la mano assassina che uccise Falcone e Borsellino non ha capito bene che non vincerà e potrà continuare nelle sue stragi ma sarà sconfitta.