Sono passati 34 anni da quel 23.12.1984.
Il treno Rapido 904 stava attraversando la Grande Galleria dell’Appennino, dopo la stazione di Vernio, quando una mano assassina lo fece esplodere. Fu il secondo atto dinamitardo ad un convoglio ferroviario, l’esatta replica dell’Italicus.
In quel momento, complice l’imminente Natale -da cui deriva il nome di Strage di Natale-, il treno era carico di passeggeri. Appena entrato in galleria, un forte boato squarcia l’intero convoglio. I morti del vile attacco sono stati 16 (15 sul colpo ed uno in seguito alle ferite riportate), mentre i feriti furono 267.
In uno scatto d’ira, il Presidente della Repubblica Pertini affermò che tale, vile, attacco fu portato allo Stato perché erano cambiati i vertici dei servizi segreti e di altri organi che, fino a poco prima, erano facilmente corruttibili dalla loggia massonica P2.
Il Presidente Mattarella ha ricordato la strage, esprimendo vicinanza e solidarietà ai parenti delle vittime e dei feriti e ringraziando quanti non si sono mai fermati, per assicurare giustizia ed arrivare a fondo delle responsabilità, per dare un volto ed un nome alle mani assassine che hanno, ad ogni modo, portato il Natale del 1984 ad essere il più triste di sempre.