Anche l’Italia, nella persona del Ministro degli Esteri, si unisce alla richiesta di stop immediato e senza condizioni della repressione in Myanmar.
L’intimazione arriva dopo l’ennesimo giorno di violenze perpetrate dai militari che hanno preso il potere e che stanno sparando, non solo con proiettili di gomma, contro i civili che protestano contro il golpe da loro messo in atto nelle settimane scorse.
Anche il premier San Suu Kyi, in carcere, chiede la fine delle violenze.
Molti i Paesi del mondo che chiedono lo stop della repressione e, con essa, la liberazione della Premier.
Convocato anche l’ambasciatore birmano.