Qualche sera fa, proprio mentre i tg ed i programmi tv stavano parlando dell’orrenda carneficina accaduta a Nice per opera di un pazzo alla guida di un camion, è arrivata la notizia di un tentato colpo di Stato in Turchia. Di colpo si vedono scene di panico, con i soldati dell’esercito che arrestavano i poliziotti e le forze dell’ordine fedeli al regime di Erdogan ed invadevano vari palazzi logisticamente importanti, tra cui la tv di Stato.
Ankara e Istanbul rimangono circa 30/40 minuti sotto assedio con sopra gli F16 del regime che volano a bassissima quota.
Si pensa ad un atto dell’esercito, tendenzialmente laicista e protettore della Costituzione, per ritornare al laicismo che tanto è odiato dal regime islamico di Erdogan.
Ma dopo circa mezz’ora in cui si pensa il golpe riuscito, ecco la reazione della polizia che riconquista Ankara ed arresta i generali e i soldati che hanno tentato il golpe.
Cosa c’è di strano? Direte voi.
Beh, se fosse stato un golpe in piena regola non sarebbe avvenuto così.
Innanzitutto Erdogan era lontano sia dalla propria abitazione che dai luoghi di potere ed ha avuto un buon margine di tranquillità nello scappare e tentare di rifugiarsi in Germania. In caso di golpe, la prima cosa che viene fatta è bloccare tutte le uscite dal Paese e procedere al fermo del Presidente in via di deposizione.
Inoltre, altra stranezza, l’aeroporto Ataturk viene bloccato in netto ritardo rispetto alle operazioni. Circa 20 minuti passano dall’inizio del colpo di Stato e il blocco dell’aeroporto.
E nella notte la situazione si ribalta. Il golpe viene sventato, i militari arrestati ed un elicottero dell’esercito golpista abbattuto.
Sembra una scena normale di ordinaria follia, ma quello che avviene nei giorni a seguire è molto strano.
Il Presidente Erdogan fa arrestare 2475 giudici e circa 6000 soldati che, a suo dire, hanno partecipato o comunque appoggiato il golpe.
Tutto questo senza nessuna certezza, e senza ricordare che le truppe golpiste erano state arrestate in tempo reale dalla polizia.
Di concerto, gli organi di governo turchi fanno espressa richiesta di estradizione del dissidente Gulen, che si dichiara estraneo al golpe e che, come gli altri oppositori non ha partecipato ad esso perchè non ne era a conoscenza.
C’è da dire che la Turchia immaginaria di Erdogan è una Turchia islamica, che ben poco ha a che fare con la Turchia laica voluta da Ataturk nella sua Costituzione che, tra l’altro, Erdogan vuole modificare.
Che sia un tentativo di Erdogan per continuare il processo totalitario islamista iniziato precedentemente, facendolo passare come “protezione del legittimo stato di diritto”?
Ai posteri l’ardua sentenza.