Si sono appena concluse le Olimpiadi 2016, quest’anno nella famosissima Rio de Janeiro, in Brasile.
Giochi funestati da polemiche incredibili, prima sulle capacità organizzative, poi sulla sicurezza, poi ancora sui costi ed infine sulle strutture.
La verità è che son state Olimpiadi soddisfacenti su tutti i profili. Forse l’unica pecca è stata l’acqua della piscina olimpica diventata improvvisamente verde, ma prontamente ripulita dagli organizzatori che, vedendosi presi male, hanno fatto che sostituire totalmente l’acqua, eliminando ogni problema.
Vi era anche un’enorme paura dovuta al virus Zyka, che tanti danni e problemi ha creato alle popolazioni sudamericane e non solo, arrivando in certi casi anche in Italia. Beh, anche su questo fronte tutto è filato liscio.
Sul fronte sportivo la kermesse olimpica è stata magnifica, anche per i portacolori azzurri, che collezionano giorno dopo giorno medaglie, concludendo con 28 medaglie totali, pari al numero dei Giochi di Londra. Niente male considerando che sono state raccolte in tutti sport nei quali non abbiamo mai fatto faville.
Ma la vera notizia sono stati gli attimi veramente di grande fair play durante questi giochi.
Un caso tra tutti??
Gara dei 5000 metri femminile: la corsa procede rapidamente, quando ad un tratto un’atleta naturalizzata neozelandese, Nikki Hamblin, viene urtata accidentalmente, per un improvviso rallentamento della truppa davanti, da Abbey D’agostino. Un normale incidente di percorso e si procede direte voi. NO. Quello che fa Nikki è un gesto magnifico, incredibile di questi tempi e che racchiude in una sola immagine tutto lo spirito olimpico, quello di unione, sportività e altruismo. L’atleta, colpita poco prima, vede che Abbey è in difficoltà, zoppica vistosamente e lei lo nota. E qui arriva la vera magia: Nikki si ferma, arresta la sua corsa ed aiuta Abbey a rialzarsi. Aiuta l’avversaria, la sorregge e procede lentamente fino al traguardo. Non importa essere state doppiate dalle altre. Importa che una collega si è fatta male e va aiutata. Lo sport è questo.
I giudici notano il grande, immenso, enorme gesto di fair play e prendono una decisione giusta e di grande levatura morale. Le due atlete, ultime e doppiate, vengono ammesse in finale di diritto. Bypassano tutti i regolamenti sportivi, ma non quelli della solidarietà. Ed è giusto così.
Che dire, complimenti a tutti gli atleti, ma soprattutto alle due ragazze, che hanno dato un esempio a tutti coloro che pensano alla competizione come una semplice sfida, come una questione di vita o di morte. Qui, a Rio 2016, poco importano le medaglie al collo. Perchè ha vinto lo sport. Ha vinto lo spirito olimpico.
Brave Abbey e Nikki. Arrivederci tra 4 anni. Destinazione Tokyo. E voi, fisicamente o nel cuore degli amanti dello sport, ci sarete sicuramente!!!