Catalunya: storia di (non) ordinaria follia

In questi giorni tiene banco una questione molto delicata, proveniente dalla cattolicissima Spagna.

Lo scenario è la Catalogna (Catalunya), regione della Spagna capitanata dalla città di Barcellona che, qualche mese fa, ha indetto un referendum per diventare indipendenti dal resto della Nazione.

Fin qui tutto in regola, più o meno.

A pochi giorni dal voto (previsto per domani 1° ottobre), però, succede un qualcosa di inaspettato e di totalmente antidemocratico: lo Stato madrileno manda uomini della Policia e dell’esercito a sequestrare schede, seggi ed a blindare gli stessi per evitare che il voto abbia praticamente inizio.

Da qui succede il parapiglia. Incidenti tra manifestanti pro-referendum e polizia, cariche di alleggerimento ed arresti. Il tutto solo perché si è indetto un referendum (per altro con esito scontato ormai).

Credo che, al di là del risultato del referendum, sarebbe un grande atto di civiltà se il governo madrileno permettesse il voto di domani senza creare situazioni di tensione né soprusi. Valutare come azioni da intraprendere il commissariamento della polizia catalana, il sequestro di schede e seggi e lo sgombero di tutte le zone limitrofe entro i 100 metri da essi credo possa definirsi antidemocratico e semplicemente sintomo di paura da parte del governo di Spagna.

Mi auguro che il governo di Madrid ci ripensi e permetta un voto deciso da una parte della propria gente e che, sicuramente, manterrà la Catalunya all’interno di Spagna, dato che economicamente e politicamente da sola non avrebbe molto potere contrattuale.

Pubblicato da daniel

Ciao. Mi chiamo Daniel e questo è il mio sito. Per info e curiosità contattatemi!

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